Cotto, in una sola parola riassumo le mie condizioni psicofisiche al termine di una travagliata TransBenaco.
Iniziata sotto i migliori auspici: dovevamo imbarcare un prodiere, ma arrivando in ritardo alla partenza, a causa del motore particolarmente restio al mettersi in moto, ci siamo giocati il 4°uomo.

Partiamo ovviamente dal lato peggiore, lontano dalla costa; ma arrivando in ritardo…

Superata isola Borghese, visto il continuo aumentare del vento, si pensa di cambiare la vela di prua. Ci guardiamo in faccia ed ecco che vengo eletto primo prodiere/timoniere della regata. La manovra di cambio prevede una buona dose di acqua addosso, un buon equilibrio, un pizzico d’incoscienza, la tendenza a sopravvalutare le proprie capacità. La manovra seguente è provare a prendere una mano di terzaroli, ma la randa non lo prevede…

Decidiamo di virare per stare un filo più riparati sotto la costa Bresciana, ma appena passa la randa, cazzo la volante, continuo a cazzare, insisto, alzo lo sguardo e vedo la volante destra penzolare incastrata ad un cordino a sua volta incastrato nella volante opposta….

Abbiamo appena incrociato un protagonist senza l’albero, impressionato negativamente decido di ammainare la randa. Col fiocco decidiamo non senza qualche titubanza di proseguire. Arriviamo a Riva cotti, fradici, con la drizza della randa ed il carica alto come volanti. Ormeggio e subito passeggiata in testa d’albero. Il rinfresco me lo perdo per prendere camera nell’ostello.

Cena tutti insieme dove le facce sono cotte (dal sole e non solo…) ma la voglia di divertirsi sopravvive.

All’ostello dormo solo 3 ore, troppo caldo, troppo casino, troppa birra? Mah.

Il ritorno, sveglia alle 6.30, uscita e due prove con lo spi.

Alla seconda partenza siamo lievemente attardati ma niente di impossibile da recuperare, quando il vento inizia a diventare cattivo. Siamo tra i primi ad ammainare (siamo in 3) e la discesa è un massacro, per strambare, per cercare di surfare sulle onde (MITIKOO) e soprattutto vedendo che intanto gli altri se ne sono andati via tutti sotto spi (che toglieranno più avanti).

Arrivati nella piatta dopo campione, andiamo a caccia di refoli, che ci permettono di risalire alcune posizioni, ma di FUN nemmeno l’ombra. A Gargnano il vento riprende e boliniamo tranquilli fino a Maderno, dove il vento riprende a calare. Vediamo i Fun sulla costa veronese, pensavamo fossero arrivati tutti!!! Ed invece sono in molti fermi nel golfo. L’idea è dondolare tra le onde puntando isola Borghese, ma l’orario stimola qualcuno dell’Enturage (sono le 15,30), ad abbandonare l’impresa. Tuffo in acqua e smotorata fino al porto di Maderno.

Qualche considerazione: non ho l’allenamento per 2 giornate così lunghe, per la prima volta in vita mia ho obbligato l’equipaggio ad indossare i giubboni salvagente, non siamo ancora in grado di affrontare condizioni limite. Ma siamo solo alla prima stagione e mi sembra naturale…

Nota: Spettacolari le immagini che il lago ha regalato ai nostri occhi. Peccato non aver avuto il tempo per qualche fotografia…..

NoWindNoFun

 
 
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